20 apr 2012

L'angolo dell'arte #2

George Grosz, I pilastri della società, 1926, Berlino, Neue Nationalgalerie

Protagonista di quest'opera è l'ironia di Grosz che veste di ridicolo i "pilastri" del potere intellettuale e politico.
Lo sfondo accoglie un paesaggio apocalittico: soldati in guerra e palazzi in fiamme.
Il disastro non è altro che il frutto di scelte sbagliate, operate da incompetenti di turno e burattini manovrati da mani prive del comando del cervello.
Chi impugna una spada (con chiari intenti sanguinari), chi falsifica notizie e chi, al posto del cervello pensante, possiede una materia non propriamente "cerebrale"
Alle loro spalle, simbolica è l'immagine del sacerdote (al momento della benedizione) con gli occhi chiusi; simbolo evidente dell'impossibilità, da parte di ogni essere umano, di poter assistere a tali atrocità.  
I tempi cambiano ma di materie "non cerebrali" ne è ancora pieno il mondo. Utilizzando un'espressione di una canzone di Tony Dallara, mi vien proprio da dire: Come prima più di prima ... !!!
Questa volta, però, il disastro c'è ma non si vede. C'è il trucco e anche l'inganno.
Ad maiora !!!!! 


3 commenti:

  1. Che dire... un'immagine che parla da sola!
    A presto e buon WE:)
    Laura

    RispondiElimina
  2. Eh già !!! Un autentico capolavoro di sempre !!!
    Buon Week-end anche a te Laura ;)
    Grazie per essere passata di qui ;)
    A presto :D
    Pietro

    RispondiElimina
  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina